n. 333 del 11.12.2021

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Ben ritrovati!
In effetti ci siamo presi un bel po’ di vacanza, più del solito.
Lo scorso 31 ottobre, senza alcun clamore, Sovizzo Post ha soffiato sulle sue prime venti candeline. In tempi non sospetti, in barba ad ogni scaramanzia, ci era capitato di immaginare quelli che sarebbero stati i festeggiamenti per i nostri primi quattro lustri assieme. Le idee non mancavano: una serata pubblica in grande stile – invitando protagonisti e lettori – con tanti brindisi da far tintinnare assieme; poi una degna cena con gli “intimi” e gli “addetti ai lavori”, con le gambe sotto la tavola ed i ricordi da lasciare galoppare a briglie sciolte; infine un progetto che ci è toccato – per ora – infilare in un cassetto. Ripetiamo: per ora.
Purtroppo anche la barba della scaramanzia è stata tristemente ricoperta da una mascherina, così ci è sembrato naturale limitarci sussurrare il nostro consueto “ad maiora”, assolutamente convinti che – pur con inevitabile tristezza – sia necessario fare della prudente pazienza una inevitabile, saggia virtù. In attesa di momenti sicuramente migliori che, con tutti gli scongiuri e toccatine del caso, non saranno lontani se avremo tutti l’intelligenza ed i comportamenti necessari per realizzarli davvero.
Come in tanti ambiti, anche noi abbiamo pagato lo scotto alla stanchezza che si è trasformata col tempo in un tributo infingardo ad un fenomeno assolutamente pericoloso: l’intorpidimento dell’anima. Purtroppo non esiste tampone che riesca a stanare questa subdola tentazione. La pandemia ha causato lutti, povertà inattese, disagi sonnolenti e disastrosi a livello psicologico, ancor più nelle relazioni.
C’è un PERÒ, che rimbomba senza nessuna scusante. Negli ultimi mesi in tanti non hanno smesso di correre per un solo secondo, spogliandoci da ogni alibi. Basti pensare – citandoli in ordine sparso, ben consapevoli di dimenticare qualcuno – ai medici ed ai sanitari, alle forze dell’ordine ed ai vigili del fuoco, agli amministratori di ogni livello e schieramento, ai tanti insegnanti, agli impiegati ed operai, ai parroci, ai volontari ed a tutte le categorie – imprenditori, impiegati e maestranze – che possono serenamente guardarsi ogni mattina allo specchio ed accarezzarsi il volto esclamando, magari più stanchi del solito: “Io non ho mai desistito, nonostante tutto!”
Anche per loro non molliamo con questo semplice ed umile foglio che da ormai vent’anni accompagna un paese che abbiamo avuto il privilegio di veder crescere e l’onore di raccontare. Questa volta anche noi ci siamo presi tardi e vi chiediamo scusa, come lo si fa in famiglia.
Una domanda ci arrovella e ritorna birbante, come in occasione di altre ricorrenze di questa testata: cosa resterà di questi vent’anni anni? Le gerle di ricordi che pesano dolcemente sulle nostre spalle? Forse le lacrime di commozione, di dolore sincero, di gioioso stupore e gratitudine versate con i quattro lettori che hanno avuto la pazienza di prendere tra le mani questo foglio, con l’unico sacrificio di doverlo piegare? O forse l’emozione mai sopita di vederne una copia in mano a persone sconosciute, con un filo di orgoglio tessuto umilmente per cucire la consapevolezza di imbastire uno strumento con cui il nostro paese si presenta soprattutto a chi non lo conosce. O lo frequenta da poco.
Cosa resterà di migliaia di articoli, di polemiche infuocate ed addii appena sussurrati, di ringraziamenti e rampogne, di associazioni ed iniziative che declinano – nonostante le umane miserie – il profumo schietto ed incorruttibile della genuina ricerca del Bene? Cosa resterà di indimenticabili fiocchi rosa ed azzurri, di lauree ed anniversari emozionanti, di saluti strazianti nonostante la Fede? Cosa resterà di noi, della nostra piccolezza che trascende in imprese e traguardi mirabili altrimenti destinati a rimanere sconosciuti?
Forse resterà la Storia, la nostra Storia, le piccole ed immense avventure che lasciano in bocca il sapore ineguagliabile della gratitudine per esserne stati indegni cronisti. Pur con tutte le mancanze che ci appaiono ogni giorno con il loro inevitabile fardello. Però le sopportiamo quasi con affetto, addolcite dalla soddisfazione di aver camminato insieme. Nonostante tanti errori involontari che comunque, grazie a Dio, ci hanno fatto crescere. Vent’anni anni fa il nostro cuore era di sicuro più povero.
Tante volte avevamo provato ad immaginare parole degne del ventennale di Sovizzo Post. In altre occasioni ci siamo rifugiati in sei semplici – e potentissime! – lettere dell’alfabeto. Per la serie: salvagente che tiene a galla non si cambia. Pertanto, semplicemente… GRAZIE!!!
GRAZIE a tutti voi, in particolare a quei bambini che appallottolavano le prime copie di questo giornale – che profuma da sempre di carta dai primi anni Duemila – ed ora ci scrivono per annunciarci di aver scoperto la Meraviglia di essere diventati genitori.
GRAZIE a tutti gli sponsor, fantastici collaboratori che ci hanno permesso di farvi leggere liberi, gratis e senza dover rendere conto a nessuno.
GRAZIE agli amministratori di Sovizzo, di maggioranza e minoranza, che hanno dato lustro al nostro paese fin dal nostro primo numero: senza di loro avremmo avuto molto meno da raccontare. In loro rappresentanza – ed in rigoroso ordine cronologico – abbracciamo i sindaci Augusto Peruz, Lino Vignaga, Marilisa Munari e Paolo Garbin, con un pensiero particolare per Renato Ruffini, così tante volte presente in queste colonne.
GRAZIE ad i lettori più affezionati ed anche a quelli più distratti; a quelli che ci attendevano, incoraggiavano, soprattutto nei momenti in cui le nostre mancanze si palesavano con più evidenza.
GRAZIE a chi ci ha criticato, anche a quelli che non contavano fino a dieci prima di farlo: non tutti siamo nati per fare l’arbitro di pugilato.
GRAZIE alla vera miniera d’oro di Sovizzo: le centinaia di volontari – sparpagliati come fiori nel prato di tante associazioni – che ci rendono da sempre orgogliosi e fieri di vivere nel nostro paese.
GRAZIE ai nostri cari, che hanno sopportato assenze, esuberanze e silenzi per il sacro fuoco di provare a raccontare l’entusiasmo di essere Sovizzesi.
GRAZIE a Gianfranco Sinico – Homo Sinicus – Giacomo SenzAltro: non c’è più bisogno di presentazione, infatti lo chiamano Trinità…
GRAZIE senza limiti a Valeria Cavaggion e Gianluigi Dalla Vecchia, infaticabili e generosissimi distributori delle copie cartacee di questo giornale.
Infine un GRAZIE lungo 333 numeri ad Alberto Zordan ed alla sua fantastica famiglia, con papà Beniamino che veglia da Lassù, con il suo sorriso che sussurra… Vittoria! Questi (primi?) vent’anni di Sovizzo Post valgono da soli un dono che non ha confini: aver regalato un Fratello in più a chi indegnamente dirige questo giornale.
Eccoci quindi al numero 333. La somma dei tre numeri perfetti dà 9: numero che profuma di Meraviglie inattese, di Futuro… e di Pablito Rossi. Siamo Campioni del Mondo? Sì, è TUTTO VERO: noi siamo di Sovizzo! E vale sempre la pena di raccontarcelo…
Vi vogliamo bene: è sempre magico ricordarvelo. Voi invece fateci solo un regalo: continuate a tenerci per mano e, come sempre… FATEVI SENTIRE!


Paolo Fongaro con la Redazione di Sovizzo Post

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n. 332 del 07.08.2021

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Come da tradizione eccoci arrivati al numero estivo, l’ultimo della stagione prima della seconda parte della pausa estiva del nostro giornale. Non sono stati mesi facili, non nascondiamolo. Però siamo fiduciosi che scienza (in primis i vaccini) e prudenza ci consentano di ripartire il prossimo autunno con speranza e più serenità.
In questo numero troverete alcune buone notizie che riscaldano il cuore, ma anche i saluti a tanti amici che ci hanno purtroppo salutati nelle ultime settimane. Abbiamo anche pubblicato due racconti leggeri e gustosi che ci auguriamo vi terranno compagnia sotto l’ombrellone, scarpinando in montagna o magari dopo una passeggiata per le colline del nostro meraviglioso paese.
Non vi rubo altro spazio: consentitemi di ringraziare ancora una volta gli sponsor che vi consentono di leggerci gratis, Valeria Cavaggion e Gianluigi Dalla Vecchia che non si stancano mai di distribuire le copie di questo giornale infine ed il nostro insostituibile Alberto Zordan con la sua famiglia e collaboratori. Sarò un disco rotto, ma senza queste persone Sovizzo Post semplicemente non esisterebbe!
Arrivederci a settembre, in attesa di un traguardo che – con tutti gli scongiuri del mondo – non avrei mai pensato di raggiungere. Il prossimo 31 ottobre festeggeremo i nostri primi 20 anni… Grazie fin d’ora per averci supportato (e spesso sopportato). E grazie soprattutto se vorrete rispondere al nostro consueto invito: FATEVI SENTIRE!
Un abbraccio a tutti, felice estate ed arrivederci a settembre da


Paolo Fongaro con la Redazione ed i collaboratori di Sovizzo Post

n. 331 del 12.06.2021

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Dopo un po’ di pausa torniamo alle stampe, ormai al termine di questa lunghissima Primavera piena di fiori inattesi, carichi di speranza. Ci sono numeri che nascono in un batter d’occhio. Altri – come questo – sono più tribolati, forse perché impastati di sentimenti contrastanti. Da una parte il profumo dell’estate alle porte, le buone notizie che grazie al cielo non mancano… Dall’altra un lungo addio e ringraziamento, dopo settimane costellate di lutti per la scomparsa di autentici Giganti che hanno scritto pagine indimenticabili della storia del nostro paese. Renato, Franco, Luciano ed altri ancora ci lasciano ancor più vivo in bocca – se possibile – quel retrogusto particolare che tendiamo spesso a dimenticare: la consapevolezza che ogni giorno deve essere vissuto in pienezza, senza perderci in inutili sciocchezze. Ripensando a loro ci appare ancora più evidente un Tesoro dal valore inestimabile: il Tempo. Non sprechiamolo, ma diamoci dentro ad usarlo per regalare il meglio di noi, ancor più dopo mesi malmostosi in cui siamo stati costretti a fare i conti con tante paure, dubbi e fragilità. Nelle colonne di questo numero troveremo righe gonfie di tristezza, ma soprattutto di gratitudine: guardando le foto dei nostri amici appare ancora più evidente che di noi rimarrà solo il bene che saremo riusciti a regalare.
Ormai è tempo di estate. Sono i giorni più luminosi dell’anno: lo siano anche per le nostre Anime, in attesa di poterci presto regalare tutti quegli abbracci che abbiamo in arretrato…
Buona lettura da


Paolo Fongaro e la Redazione di Sovizzo Post

n. 330 del 25.04.2021

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Ben ritrovati. Maggio, ormai alle porte, è tradizionalmente dedicato a Maria – la Madre per eccellenza – e a tutte le Mamme. Le ricorderemo in particolare la prossima domenica 9. 

San Tommaso d’Aquino scriveva “Matres, quae maxime amant, plus quaerunt amare quam amari – Le madri, che sono quelle che amano di più, cercano più di amare che di essere amate”. Dedico quindi questo pensiero meraviglioso a tutte le Mamme, in particolare a quelle che soffrono per mille motivi diversi, a quelle che con un sorriso rinunciano a moltissimo per amore dei loro figli, a quelle che non riescono a diventarlo pur essendolo già nel cuore. Permettetemi però un abbraccio pieno d’amore alla mia e nostra MAMMA ELDA che da pochi gironi ha soffiato sulle sue prime ottanta candeline. Grazie Mamma per averci dato la vita e indicato la strada per provare a percorrerla nel migliore dei modi, per averci insegnato cosa siano la Fede e l’ironia, per tante tue carezze regalate a volte più con uno sguardo che con le tue mani. Ad multos annos e ad maiora Mamma: hai, abbiamo ancora tanto da fare assieme.

Evviva le Mamme, proprio tutte: la vostra bellezza ed il vostro Amore salveranno per sempre il mondo!

Paolo Fongaro con la Redazione di Sovizzo Post

n. 329 del 14.03.2021

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Ben ritrovati. Dopo un po’ di pausa, il materiale arrivato in redazione è davvero moltissimo e quindi non vi rubiamo una riga in più di spazio.
Queste pagine vi regalino un po’ di serenità in giorni ancora non facili: un abbraccio a tutti e buona lettura da


Paolo Fongaro con la redazione di Sovizzo Post

n. 328 del 31.01.2021

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Ben ritrovati a tutte e tutti voi con il primo numero del 2021 di Sovizzo Post. Ci auguriamo innanzitutto che la buona salute abiti a lungo nelle case dei nostri concittadini. Gli ultimi numeri pervenuti – con tutti gli scongiuri del caso – sono in netto miglioramento e il ritorno nella fascia gialla ci consente vivere con un po’ più di serenità. Guai però a farsi prendere dall’euforia: per usare una metafora, se dopo un mese di dieta rigida abbiamo raggiunto livelli accettabili di peso e di forma, sarebbe folle darsi subito alla pazza gioia fiondandoci in pasticceria, facendo ammattire nuovamente la bilancia in pochi giorni. E qui non parliamo solo di chili e ciccia da smaltire, ma di vite umane: non dimentichiamolo!
Testimoni dei mesi tremendi che abbiamo vissuto sono anche certi numeri, nudi e crudi. Iniziamo l’anno come da tradizione dando una rapida scorsa ad alcune statistiche che arrivano dall’ufficio anagrafe che ringraziamo per il sempre prezioso servizio. La popolazione residente al 31.12.2020 nel comune di Sovizzo ammontava a 7.533 persone di cui 3.710 maschi e 3.823 femmine; gli stranieri erano 374 (144 maschi e 230 femmine). I nuclei familiari residenti erano invece 3.107, con 15 matrimoni celebrati. I deceduti residenti a Sovizzo nel 2020 sono stati 62, mentre i nati 60.
Anche i numeri forniti dall’Unità pastorale di Sovizzo fanno decisamente riflettere, soprattutto se paragonati a quelli dell’anno precedente. I battesimi nel 2019 sono stati 50, contro i 42 nel 2020; 60 le prime comunioni (sospese nel 2020) e 79 le cresime (63 lo scorso anno); nel 2019 sono stati celebrati 14 matrimoni, 10 quelli del 2020. Tristissimo il bilancio dei defunti: 29 nel 2019, ben 54 nel 2020. I dodici mesi che ci lasciamo alle spalle non sono stati certamente facili: confidiamo con speranza in un 2021 ben più roseo in statistiche e lieti eventi.
Siamo ormai entrando nel pieno del carnevale che purtroppo, come l’anno scorso, vivremo in maniera molto più sobria. Ripetiamo quindi: niente scherzi o comportamenti incoscienti. Concediamoci pure quindi qualcuna delle mille prelibatezze dei nostri pasticceri e massaie: dal 17 febbraio inizia la quaresima ed avremo modo di purificarci un po’!
Buona lettura ed un grande abbraccio a tutti da


Paolo Fongaro con la Redazione di Sovizzo Post

n. 327 del 23.12.2020

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Da piccolo lo avevano soprannominato “Verità”, forse perché non riusciva proprio a dire le bugie. Tra il giugno ed il luglio del 1982, nonostante avesse nemmeno 55 anni, già lo chiamavano “Il Vecio”. Enzo Bearzot non era solo il CT dell’Italia ai mondiali di calcio, ma un uomo tutto di un pezzo che aveva già scolpita nel volto quella saggezza che deriva dalla senilità. Perchè l’autorevolezza a volte viene pure dalle rughe. Contro il parere di tutti, il Vecio aveva portato in Spagna un ragazzino sottopeso e con le ginocchia delicate come vetro di Murano. Lo aveva appena raccolto dalle macerie di due anni di squalifica, fragile come un uccellino rimasto troppo a lungo in gabbia a fissare gli altri che volano. Quel ragazzo diafano si chiamava Paolo Rossi. Ogni sera il Vecio gli faceva portare in camera latte caldo e una fetta di torta di mele preparata da sua moglie. Nelle prime partite Paolo aveva giocato da cani: tra giornalisti e tifosi era caduta la grandine. Però il Vecio lo sapeva, lo aspettava e ci credeva perché sapeva già tutto. Così aveva continuato con la torta di mele, le parole giuste, la fede nei talenti imballati del suo ragazzo. Poi l’Argentina di Maradona: ancora niente, nonostante l’incredibile vittoria. Quel numero 20 sulle spallucce magroline sembrava un macigno enorme. Quasi come l’anno che stiamo per archiviare. Poi arriva l’Everest da scalare: il Brasile di Zico e Falcao. E alla fine, dopo tanto amore del suo Vecio e dei suoi compagni di squadra, Paolino è finalmente sbocciato in Pablito. Tre pappine ai carioca, due alla Polonia, un gol in finale alla Germania, Campioni del mondo (urlato tre volte) e il pallone d’oro.
Caro Dio, di sicuro Vecio lo sei. Però in questi giorni vorremmo che tu ti chiamassi soprattutto Enzo. Il 20 che ci stiamo per lasciare alle spalle è davvero pesantissimo. Abbiamo bisogno della tua tenerezza, di torta e zabaione per ritrovare tanta forza, per togliere alla speranza le ragnatele della paura. In questi ultimi mesi abbiamo salutato tanti, troppi angeli: che siano ora i nostri compagni di squadra, con dei cross alla Bruno Conti e urla di gioia alla Tardelli.
Invece tu Pablito ci hai appena tirato lo scherzo di correre Lassù dal tuo Vecio. Ci mancava anche questa. E soprattutto ci manchi già, tantissimo. Ora che insegni a dribblare i brasiliani a Gesù bambino, regalaci sempre il tuo sorriso per aiutarci ad alzare le braccia verso il cielo e trasformare il nostro 20 in un seme di vittoria e gioie indimenticabili.

Buon Natale e felice anno nuovo a tutti. Abbiamo dieci mesi di abbracci in arretrato: saranno come la torta di mele della moglie del Vecio…


Paolo Fongaro con la Redazione di Sovizzo Post

n. 326 del 08.12.2020

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Ci sono numeri di Sovizzo Post proprio difficili da impaginare. Come questo. Troppi amici ci hanno lasciato, anime belle ai cui ricordi diamo spazio con ancor più tristezza in settimane così particolari. Grazie a Dio non manca pure qualche bella notizia. 

Si percepisce una sensazione davvero strana in questo avvento “di guerra” contro un nemico invisibile e subdolo che ci ha stravolto la vita. A Gesù Bambino – che nonostante tutto sta per arrivare – chiediamo salute, vaccini sicuri ed efficaci, ma soprattutto un po’ di serenità e nuove energie. Il 2020 che sta per terminare lascia in dote una stanchezza potente e ci vorrà molto tempo per eliminarne le tossine accumulate nell’anima. Cerchiamo però di stringere i denti tutti assieme e di non rovinare tutto, proprio adesso che la salita sembra davvero scollinata. Abbiamo già capito che non sarà il solito Natale. Quindi – e ve lo chiediamo per piacere fin da adesso – niente assembramenti, baci e abbracci pericolosi, tenendo la mascherina ben indossata e in tasca un disinfettante profumato per le mani. Così facendo la guerra finirà ancora prima di quanto immaginiamo.

Ci sono però degli abbracci meravigliosi e sicuri che possiamo regalare subito al nostro paese. Tanti commercianti e gestori sovizzesi hanno vissuto mesi tremendi anche dal punto di vista economico per il crollo dei consumi e l’obbligo di serrata. Pertanto vi rivolgiamo un appello sentito quanto accorato: PER LE PROSSIME FESTIVITÀ SPENDIAMO A SOVIZZO! Per i regali non manca di certo la scelta, con botteghe e negozi che offrono prodotti di assoluta qualità e consigli azzeccati frutto di anni di esperienza. I nostri ristoratori e gastronomie propongono autentiche meraviglie per rallegrare animi e palati anche tramite il sicuro servizio da asporto. Gli amici della Pro Loco ed altre associazioni ce la stanno poi mettendo tutta per regalare comunque sorrisi e speranza nel rispetto della sicurezza. Cerchiamo quindi – nel rispetto delle libere scelte di ciascuno – di puntare sulle nostre attività, aiutandole anche con i nostri prossimi acquisti. Magari spenderemo pochi euro in più rispetto al far arrivare un corriere a casa, ma investire sulle attività economiche di Sovizzo porterà sicuramente ricadute positive per tutto il nostro paese.

Un abbraccio a tutti, buona festa dell’Immacolata ed arrivederci al prossimo numero. Fra due settimane sapremo chi verrà insignito del premio “Sovizzese del 2020”… Buona lettura da

Paolo Fongaro con la Redazione di Sovizzo Post   

N. 325 DEL 16.11.2020

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Qualche amico lettore mi faceva notare come questo periodo tristemente ingarbugliato si stia portando via dei pezzi da 90 che ci hanno accompagnati lungo tanti anni di vita: il sorriso e la classe infinita di Sean “007” Connery, lo strepitoso mattatore di Gigi Proietti, decenni di canzoni dei Pooh ritmate dal tamburo di Stefano D’Orazio. Purtroppo anche il nostro paese ha pagato un tributo davvero alto. Nora e Marcello Besoli sono rimasti lontani solo poche ore prima di ritrovarsi in Cielo, mentre il Caro Marcello Pellizzari ci ha lasciati poco prima della chiusura di questo numero e lo ricorderemo degnamente nella prossima uscita.
Grazie a Dio non mancano le belle notizie: nuovi fiocchi rosa ed azzurri, corone d’alloro, iniziative degne di lode e segnali di fermento, oltre ad una stuzzicante chiacchierata con Erika Maran per ritornare a discutere anche di politica a Sovizzo. È nostro vivo desiderio parlare pure della nuova – e bellissima – sede dei medici di base. Ci ripromettiamo di farlo presto, magari anche con una breve intervista non appena le condizioni consentiranno di farlo in maniera più serena.
Non rubiamo altro spazio: buona lettura a tutti e un abbraccio da


Paolo Fongaro con la Redazione di Sovizzo Post

N. 324 DEL 17.10.2020

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Pensavamo di vedere la luce in fondo al tunnel. Qualcuno adesso dice che in realtà è il treno che sta arrivando. Con tutti gli scongiuri del caso, penso solo che sia quella di una primavera che credevamo più vicina. Ci aspettano settimane toste, dove anche un semplice starnuto o qualche linea di febbre aprono e fanno scricchiolare le ante dell’armadio della paura.
Però ottobre è il mese del Rosario, anche per chi non crede. Qualche giorno fa sono tornato ad Assisi con gli altri quattro “fratelli di Pepolando”, ad abbeverarmi di pace e bene proprio nel giorno in cui nella città del Poverello veniva proclamato Beato un giovane di appena 15 anni, Carlo Acutis. Date intanto una occhiata su Google digitando il suo nome. Scrivo poi queste righe nell’anniversario dell’elezione di giovane cardinale polacco che gridava a squarciagola al mondo di non avere paura. Infine è arrivato il 17 ottobre, data scolpita per sempre nel mio cuore dalle dita di mia figlia mentre mi afferrava per la prima volta il mignolo, pochi minuti dopo aver visto e donato luce al mondo. Buon compleanno Carola Maria, Attesa e Principessa mia! La vita non finisce mai di sorprenderci: per gustarci ancora di più gli arcobaleni bisogna inevitabilmente fare i conti con le tempeste.
Arrivederci al prossimo numero: diventeremo diciannovenni…
Buona lettura ed un abbraccio a tutti da


Paolo Fongaro con la Redazione di Sovizzo Post